La lettera delle impiegate BNL: “La nostra AD dice al Corriere di amare l’incertezza? Ecco cosa significa”

“Non ci sentiamo tutelate dalla nostra AD Elena Goitini: parla di sostegno alle donne mentre ne espelle 244 da BNL, con un’età media di 54 anni e molte caregiver. Eppure fa passerella sul Corriere”.

Elena Goitini

  • CARICA: Ad di Bnl
  • ANNI: 51
  • PAESE: Italia

«Sono cresciuta sviluppando l’antifragilità. Essere antifragili significa amare la casualità e l’incertezza, il che vuole dire anche amare gli errori che mi consentono d’imparare.»

È la prima donna alla guida di una grande banca nel nostro Paese. Un traguardo che non si era posta ma che ora la carica di responsabilità anche nei confronti delle altre donne. «È una responsabilità che sento forte – ha detto – e non tengo sotto traccia. Sono convinta che noi donne dobbiamo imparare a sostenerci di più reciprocamente, cosa che riesce molto bene agli uomini ma meno a noi. Io lo farò all’interno della mia azienda, per promuovere concretamente questo cambiamento». Goitini si è impegnata nell’advisory board del Women’s Forum G20 Italy nel predisporre iniziative concrete per aumentare il numero di donne executive nei board. È convinta che, se la legge sulle quote di genere ha aperto la strada, ora si debba procedere spediti nel mettere a terra iniziative che cambino veramente la realtà.

Dall’articolo a firma di Antonella Baccaro, sul Corriere della Sera

Caro direttore,

siamo un gruppo di donne, dipendenti della grande banca (BNL) di cui parla Antonella Baccaro (nel suo articolo del 28 dicembre pubblicato su Corriere della Sera online) nel quale si esalta la figura di Elena Goitini come paladina delle fragilità. Ci permetta di esprimerle il nostro rispettoso ma totale dissenso.

“Essere antifragili significa amare la casualità e l’incertezza”, afferma la nostra AD nell’articolo citato. In realtà la vera incertezza è quella che stanno sperimentando 244 donne insieme ad altri colleghi (in totale circa 900 persone). L’incertezza di un futuro in aziende appena nate grazie a un piano industriale varato per l’appunto dal nostro AD Elena Goitini, che ha trovato ampie critiche tra i lavoratori di questa grande banca. Un piano di cui nessuno parla, che ha poche giustificazioni, come tante cessioni di rami d’azienda: operazioni che passano sotto silenzio e che penalizzano la dignità di lavoratrici e lavoratori. A breve, se nessuno interverrà, si aprirà per noi una fase di incertezza non casuale ma voluta da una classe dirigente che certo non si pone problemi di tutela delle donne nel mondo del lavoro.

Eppure le maggiori testate giornalistiche, tra cui la vostra, continuano a veicolare messaggi sul valore delle donne in carriera e mettono “sugli altari” una figura di amministratore, senza sentire la necessità di verificare cosa realmente avviene all’interno dell’azienda che la dott.ssa Goitini conduce. Dobbiamo davvero rassegnarci a una comunicazione che assume in maniera acritica slogan sull’uguaglianza di genere senza alcun ancoraggio alla realtà del mondo del lavoro? Noi continuiamo a sperare che il giornalismo italiano possa fare più e meglio di questo.

Se la dott.ssa Goitini ritiene di lavorare anche per le altre donne, si confronti apertamente sulla radio di questa operazione, che molti anche all’interno del sindacato giudicano incomprensibile, tenuto conto del bilancio in salute della nostra grande banca. La nostra età media è di 54 anni, la maggioranza di noi è caregiver.

“Sono convinta che noi donne dobbiamo imparare a sostenerci di più reciprocamente”, continua Goitini. Sono parole che vanno bene per ogni occasione, soprattutto per mettersi in vetrina. In realtà le testate giornalistiche dovrebbero registrare le vere forme di solidarietà, come per esempio le relazioni di solidarietà e supporto insperate che sono nate tra noi donne di BNL, in questo contesto di incertezza. Sarà forse vero che la dott.ssa Goitini è impegnata nell’advisory board del Women’s Forum G20 Italy e nel “predisporre iniziative concrete per aumentare il numero di donne executive nei board”. Quello che noi sappiamo è che la dott.ssa Goitini in questo momento è impegnata per portare “a terra” un’altra operazione: promuovere l’espulsione di circa 900 lavoratori mediante cessione di interi comparti da una grande banca come BNL, in direzione di altre società S.R.L. di nuova creazione, operazione supportata da ragioni inconsistenti o perlomeno non argomentate alle lavoratrici e ai lavoratori.

È facile dichiarare in un’intervista che è ora di “procedere spediti nel mettere a terra iniziative che cambino veramente la realtà”. Di sicuro la celerità nella trasformazione della realtà contraddistingue la nostra AD, ma proprio in direzione diversa da quella descritta nell’articolo. Perché i giornalisti oggi non pongono più domande scomode, perché non approfondiscono le vicende delle condizioni di lavoro in BNL, tenuto conto che è in corso una mobilitazione interna delle lavoratrici e dei lavoratori contro le decisioni della banca?

Noi donne firmatarie non ci sentiamo tutelate da Elena Goitini, perché la nomina come AD di una grande banca si deve legare concretamente con le azioni di salvaguardia delle pari opportunità all’interno di BNL, prima ancora che in contesti come il Women’s Forum G20 Italy. Altrimenti ci dica lei, caro direttore: dov’è la coerenza?

Le saremmo grate se volesse darci un gentile riscontro.


Lettera firmata da un gruppo di donne dipendenti BNL


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