SIISL, la piattaforma pubblica è invasa dalle agenzie private

L’85% delle offerte di impiego inserite nell’ultimo mese sulla piattaforma ministeriale proviene da agenzie per il lavoro private: non un buon presupposto per uno strumento con cui lo Stato avrebbe dovuto risolvere la questione degli “occupabili”. Nel frattempo, l’industria stretta dalla crisi non assume neanche le professioni più ricercate

25.02.2025
La schermata iniziale della piattaforma SIISL

Una nuova mail nella mia casella postale. Il mittente risponde al nome di Antonello Soccio, professione manutentore elettromeccanico, residente a Montesilvano, paese abruzzese della provincia di Pescara. Dice di apprezzare il nostro lavoro di redazione e – in particolare – il filone legato alle professioni oggi indispensabili nelle industrie manifatturiere, come la sua, al netto dei colli di bottiglia della formazione. Una domanda, però, gli è rimasta senza risposta: perché, se i manutentori sono introvabili mosche bianche, lui continua a rimanere disoccupato?

Ci accordiamo, così, per una chiacchierata.

“Altro che richiesti: io manutentore, sono disoccupato o malpagato”

“In Abruzzo siamo combinati male, purtroppo. Più si è esperti e meno opportunità si presentano. Con oltre trent’anni di esperienza nell’elettromeccanica e una patente di secondo grado per la conduzione di centrali termiche, è demoralizzante ricevere solo proposte da mille euro”. Un’esperienza certificata dal suo curriculum vitae, che Antonello prontamente mi gira. “Adesso è finita anche la NASpI, quindi non posso contare nemmeno sul sussidio di disoccupazione, le lascio immaginare le difficoltà nel contesto famigliare. Cerco comunque di non abbattermi e di continuare a cercare, però ho l’impressione che, nel nostro territorio, valga di più il contatto diretto. Se puoi contare su questo lasciapassare, il curriculum nemmeno serve per un buon impiego”.

E tutto questo, come sostiene lo stesso Antonello, con un tessuto manifatturiero tutt’altro che alle corde, quanto meno nel suo circondario. Sono francamente stupito, sia da quest’ultima affermazione che dal vedere un profilo con queste caratteristiche ancora senza occupazione.

“Eppure, anche nell’ultima selezione, ho superato due colloqui e poi la cosa si è spenta lì, nemmeno un minimo riscontro”. Del centro per l’impiego che mi dice? “Io sono iscritto, mi sono presentato di persona, ma devo dire che non è di grande aiuto. Adesso sono anche registrato alla nuova piattaforma (la SIISL, nuova-vecchia trovata digitale per l’incrocio di domanda e offerta) e vediamo cosa succede. Per carità, non mi demoralizzo e le provo tutte. Dal mio punto di vista la situazione è molto strana: le imprese si lamentano, ma non intendono corrispondere la giusta paga ai candidati scelti. Io voglio essere riconosciuto per le competenze che ho acquisito, non chiedo niente di speciale”.

Da questa telefonata mi porto a casa una novità quasi assoluta: a livello nazionale c’è ancora margine per ridurre la percentuale di disoccupazione, nonostante i record decantati dall’attuale esecutivo. Ovvero: ci sono ancora occupabili (termine orrendo ma che richiama il gergo tecnico governativo) che possono essere ricollocati – per davvero – e che non rientrano nel contenitore degli inattivi.

Lavoro on the road: un truck per mettere in contatto domanda e offerta

Una novità, però, che non mi sorprende. E non sorprende per lo stato di salute in cui versano sia le politiche attive che il mondo metalmeccanico, come pure in generale il livello culturale dell’imprenditoria manifatturiera. Andiamo con ordine.

Mi concentro in particolare sul primo punto: le politiche attive. Spostandoci più a sud del citato Abruzzo atterriamo in Calabria, dove il prossimo 26 febbraio da Cosenza partirà il Truck tour promosso da Sviluppo Lavoro Italia (l’associazione sorta un anno fa dalle ceneri di ANPAL). Il titolo dell’iniziativa è televisivo: C’è posto per te. Ora, senza soffermarci sulle facili ironie legate alla pensata, stiamo parlando di una campagna per favorire l’incontro fra domanda e offerta di lavoro, con un’attenzione particolare a giovani e donne. Un giro d’Italia che toccherà una decina di tappe per evidenziare le opportunità di formazione e lavoro che le persone non riescono a cogliere.

C’è posto per te porta le occasioni di lavoro in luoghi fisici, con una rete strutturata di attori pubblici e privati, che punta a valorizzare le risorse di ogni territorio e a rispondere in modo concreto alle esigenze di chi cerca lavoro e di chi lo offre”, dichiara Paola Nicastro, presidente di Sviluppo Lavoro Italia.

Lungi da me giudicare un’iniziativa che si può rivelare lodevole. In ogni caso, fatico a valutare l’efficacia di un impegno simile, soprattutto a livello di impatto sulle politiche attive. Per onore di cronaca, il Truck sbarcherà a Teramo, in Abruzzo, il 6 e il 7 maggio, anche se dubito che Antonello ne trarrà beneficio.

Bisogna, però, mettere a verbale la kermesse come uno dei maggiori sforzi (!) del ministero del Lavoro per incrociare domanda e offerta, che fa giustamente il paio con la piattaforma SIISL, dal 18 dicembre scorso aperta a tutti i cittadini. A proposito: in che stato versa dopo i primi due mesi del 2025?

SIISL, sulla piattaforma l’85% degli annunci del mese viene da agenzie private

Con un clic e lo SPID, provo ad accedere alla pagina. Sembra che di annunci, per linee generali, ne siano stati pubblicati, anche se i più recenti (e, per la verità, la stragrande maggioranza) sono rilanciati sul sito dalle agenzie private per il lavoro.

Provo, quindi, ad applicare i filtri utili ad Antonello, magari si rivela uno strumento illuminante. Abruzzo, provincia di Pescara, manutentore, lavoro a tempo indeterminato. La musica cambia: zero risultati. Abbasso le pretese e cerco target più realistici. Passo alla voce “lavoro a tempo determinato”: zero risultati. Forse è il dettaglio professionale a creare un deterrente. Tolgo il filtro legato al ruolo di manutentore ma il risultato non varia di molto. Zero offerte a tempo indeterminato, tre a tempo determinato. Scorrendo scopro subito che due delle tre sono proposte di agenzie interinali. Ne rimane una, anzi no. Cliccando sull’annuncio scopro che l’autore è Openjobmetis. L’amministratore delegato è Rosario Rasizza, uno dei principali sponsor della rivoluzione che vuole totale sinergia tra settore pubblico e agenzie private, nel fantasmagorico mondo delle politiche attive post-navigator.

Mi tolgo lo sfizio, tolgo tutti i filtri e digitoOpenjobmetisnel campo di ricerca. 338 risultati pubblicati nell’ultimo mese. Non male, considerato che dall’inizio dell’anno sono state pubblicate circa 6.900 offerte di lavoro. Parliamo del 5% di tutti gli annunci 2025, pubblicati da una sola agenzia negli ultimi trenta giorni. Decido perciò di togliermi un altro sfizio.

Filtro per tutti gli annunci pubblicati, appunto, nell’ultimo mese e scopro che sono circa 4.700. Quindi aggiungo all’impostazione la parola “agenzie”. Ebbene, sono 4.000 dei 4.700 gli annunci pubblicati dalle agenzie per il lavoro private. Una percentuale che sfora l’85%. In buona sostanza, al momento, abbiamo una piattaforma pubblica che sembra non funzionare e, per giunta, del tutto in mano al settore privato.

La manifattura è in crisi: più che assumere, cerca di sopravvivere

A questo bel Calderone bisogna aggiungere la crisi della manifattura, che ha fatto registrare un aumento della cassa integrazione del 30% nel 2024, sulla quale pesa una frenata lunghissima della produzione industriale, con l’ISTAT che inizia a suonare qualche campanello d’allarme (occupazione stabile e curva piatta). Anche nelle Regioni traino, come il Veneto, molte imprese stanno passando al contratto di solidarietà e altre iniziano a scricchiolare (l’ex Riello Sistemi nel veronese, per citare un singolo esempio). E come riporta il Sole 24 Ore, anche le domande di NASpI iniziano a crescere (l’agosto 2024 ha registrato un +1% sull’anno precedente).

Tutti elementi utili a capire che le priorità delle imprese manifatturiere, anche quelle più virtuose, non sono più orientate alla ricerca del manutentore scomparso. Non in questo periodo storico. Tempi duri, quindi, per gente come Antonello, chiamata a un lavoro di ricerca straordinario per navigare nel mondo della selezione e del ricollocamento – anche per chi pensa di spostarsi e vagabondare su e giù per lo Stivale.

Bisogna ammettere, peraltro, che anche il Truck di Sviluppo Lavoro Italia ha parecchia strada da fare, insieme a tutto il carrozzone delle inutili politiche attive. Chissà se il serbatoio è pieno.

 

 

 

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Photo credits: lavoce.info

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