Con un clic e lo SPID, provo ad accedere alla pagina. Sembra che di annunci, per linee generali, ne siano stati pubblicati, anche se i più recenti (e, per la verità, la stragrande maggioranza) sono rilanciati sul sito dalle agenzie private per il lavoro.
Provo, quindi, ad applicare i filtri utili ad Antonello, magari si rivela uno strumento illuminante. Abruzzo, provincia di Pescara, manutentore, lavoro a tempo indeterminato. La musica cambia: zero risultati. Abbasso le pretese e cerco target più realistici. Passo alla voce “lavoro a tempo determinato”: zero risultati. Forse è il dettaglio professionale a creare un deterrente. Tolgo il filtro legato al ruolo di manutentore ma il risultato non varia di molto. Zero offerte a tempo indeterminato, tre a tempo determinato. Scorrendo scopro subito che due delle tre sono proposte di agenzie interinali. Ne rimane una, anzi no. Cliccando sull’annuncio scopro che l’autore è Openjobmetis. L’amministratore delegato è Rosario Rasizza, uno dei principali sponsor della rivoluzione che vuole totale sinergia tra settore pubblico e agenzie private, nel fantasmagorico mondo delle politiche attive post-navigator.
Mi tolgo lo sfizio, tolgo tutti i filtri e digito “Openjobmetis” nel campo di ricerca. 338 risultati pubblicati nell’ultimo mese. Non male, considerato che dall’inizio dell’anno sono state pubblicate circa 6.900 offerte di lavoro. Parliamo del 5% di tutti gli annunci 2025, pubblicati da una sola agenzia negli ultimi trenta giorni. Decido perciò di togliermi un altro sfizio.
Filtro per tutti gli annunci pubblicati, appunto, nell’ultimo mese e scopro che sono circa 4.700. Quindi aggiungo all’impostazione la parola “agenzie”. Ebbene, sono 4.000 dei 4.700 gli annunci pubblicati dalle agenzie per il lavoro private. Una percentuale che sfora l’85%. In buona sostanza, al momento, abbiamo una piattaforma pubblica che sembra non funzionare e, per giunta, del tutto in mano al settore privato.