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“Come un’amputazione”: Ryanair distrugge la carrozzina di una passeggera disabile
Anita Pallara, disabile e presidente di Famiglie SMA, ha subito un danneggiamento irreparabile alla sua carrozzina elettrica sul volo Ryanair Bari-Cagliari. L’azienda si è offerta di risarcirla, ma non basta. La testimonianza della vittima e di Ilaria Ciancaleoni Bartoli, direttrice dell’Osservatorio Malattie Rare.
Nel complesso in Italia sono circa 7,5 milioni le persone con forme di disabilità o non autosufficienza media o grave, calcolata dalla soglia minima del 34% fino al 100% (dati Inps, Inail, Province Autonome con gestione non in convenzione).
Secondo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di cui tanto si discute in questi ultimi mesi, “l’attenzione per le persone con disabilità caratterizza tutto il PNRR, in linea con la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità”. Eppure tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E proprio al mare voleva recarsi Anita Pallara.
Ryanair danneggia la carrozzina elettrica. La proprietaria: “Come un’amputazione”
Proviamo a pensare solo per un attimo, tra i 7,5 milioni di persone con forme di disabilità, a quante di esse utilizzano una carrozzina per i loro spostamenti: uno strumento vitale, indispensabile. Si parla e si discute tanto di accessibilità, di disabilità, ma poi – come spesso accade – la forma non è accompagnata dalla sostanza.
Un esempio concreto di tale mancanza è accaduto ieri ad Anita Pallara, presidente Famiglie SMA, una giovane donna che vive la sua vita con l’atrofia muscolare spinale (SMA), una malattia genetica rara che colpisce i muscoli.
“Sono fuori casa, senza autonomia, amputata: è tempo di dire basta”, dice Anita, che sul volo Ryanair da Bari a Cagliari si è vista letteralmente distruggere la sua carrozzina elettrica: “Ne sono uscita amputata, da questo volo aereo”.
Vi sembra esagerata, come affermazione? Pensate alla carrozzina elettrica come l’equivalente delle sue gambe e delle sue braccia; provate a vestire i panni di una trentenne che suda ogni giorno per ritagliarsi spazi di autonomia, che dopo due anni di lockdown si concede una vacanza e che una volta giunta a destinazione, lontana da casa, si ritrova “senza potersi muovere, senza poter uscire, senza poter comandare la postura che assumo”.
La carenza di cultura della disabilità: perché risarcire non basta
SenzaFiltro ha contattato Ilaria Ciancaleoni Bartoli, direttrice dell’Osservatorio Malattie Rare.
“Quello che è accaduto durante il volo da Bari a Cagliari con Ryanair è una cosa gravissima: denota che non c’è ancora attenzione e cultura su quello che riguarda la mobilità delle persone con disabilità.”
“La compagnia aerea si è immediatamente offerta non solo di pagare i danni, ma anche di sostituire la sedia a rotelle. Ecco, questa offerta di sostituire dimostra come non ci sia conoscenza della situazione: una carrozzina elettrica – soprattutto per una persona con SMA, che vive una situazione particolarmente complessa – non è una carrozzina qualsiasi che si compra in negozio; è il prodotto di misurazioni biomediche molto precise e che per essere realizzate nel migliore dei modi richiedono ore di studio, infatti esistono laboratori specializzati in questo.”
“Non si può prendere una qualsiasi carrozzina. Tutto ciò denota il non aver compreso l’importanza dello strumento, che è come se fosse una protesi – e non si può dare la gamba di una persona ad un’altra persona. Tutto è fatto su misura. Per questi motivi non si può danneggiare una carrozzina come questa: facendolo si danneggia la persona.”
“C’è molto da fare per quanto riguarda la cultura della disabilità, ma anche a livello di norme, perché non dovrebbe essere consentito portare con questa modalità dei ‘bagagli’ così importanti. Ci deve essere una garanzia: le persone con disabilità devono avere il loro movimento garantito, perché hanno una vita, hanno un lavoro e hanno tutto il diritto di poter sfruttare l’autonomia che si sono guadagnate con fatica.”
Anita Pallara: “Una violazione inimmaginabile del mio corpo. Questa storia deve finire”
La redazione di SenzaFiltro risponde all’appello dell’Osservatorio Malattie Rare perché quello che è accaduto ad Anita Pallara non accada più a nessuno, e soprattutto perché non ricapiti in nessuna compagnia aerea, in nessun treno, in nessun traghetto. Tutti i trasporti devono essere non solo accessibili, ma anche sicuri per la persona e per le sue estensioni.
Anita racconta quanto vissuto martedì 6 luglio sul volo Bari-Cagliari di Ryanair e dell’amara sorpresa al suo arrivo: “Ryanair non ha uno spazio dedicato in stiva, le carrozzine vengono caricate come bagagli, come merce, nessuna attenzione verso una cosa ‘sacra’. Risultato: arrivo a Cagliari e mi ritrovo con una carrozzina completamente inutilizzabile, sono lontana da casa, non mi posso muovere e la mia carrozzina nuova (avuta ad aprile 2021), per un banale volo aereo, è distrutta. Le carrozzine non sono oggetti. È come se da ieri improvvisamente mi avessero tagliato le gambe e le braccia, senza avvertirmi, senza anestesia. È un dolore e una violazione inimmaginabile dei propri diritti e del proprio corpo. Ora non so come evolverà la questione, ma so per certo che questa cosa deve finire.”
Riusciamo a fare in modo che in questo Paese le parole accessibilità e disabilità diventino non solo slogan, ma anche buone prassi per evitare che simili incidenti possano accadere ancora?
Condividiamo il messaggio di Anita e dell’Osservatorio per sensibilizzare l’opinione pubblica su come quello che per alcuni potrebbe sembrare un banale incidente in realtà non lo è, e non potrà mai esserlo.
Nel nostro Paese manca una cultura dell’accessibilità: occorre rimediare in fretta perché siamo ancora una volta in ritardo. Si tratta di civiltà.
Photo credits: castedduonline.it
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