Vacanze: una parola che durante il lockdown suonava stonata e quasi inaccessibile, ma che ora torna a essere reale e quanto mai progettuale. Le vacanze ricoprono da sempre un ruolo strategico per il turismo italiano, attualmente tra i settori più martoriati dall’emergenza sanitaria COVID-19. I nuovi disagi economici, i timori in corso, le incognite trasversali, […]
Costiera Amalfitana, stagionali allo stremo. Altro che COVID free
Il presidente ABBAC Agostino Ingenito: “Il rischio è che molte strutture non riapriranno; per gli stagionali contratti al ribasso”. E i lavoratori manifestano da Capri a Pompei.
Da pochi giorni hanno riaperto i teatri. Il mondo della cultura, dopo numerose battaglie di civiltà che l’hanno visto protagonista, prova a ricominciare: ora occorre che anche il turismo finalmente riparta.
Le manifestazioni del settore turistico in Costiera Amalfitana
Nel caso della Costiera Amalfitana siamo in presenza di un territorio dove i lavoratori – perlopiù stagionali – lavorano in strutture medio piccole, spesso a conduzione familiare nell’ambito della ricezione turistica.
È difficile fornire numeri certi quando si parla di operatori del settore in Costiera, se è vero che anche uno studio della Banca d’Italia del dicembre 2018, Turismo in Italia – Numeri e potenziale di sviluppo, sentenzia: “L’Italia è prima in Europa per numero di strutture ricettive e seconda solo alla Francia per numero di posti letto offerti da strutture professionalmente organizzate. Il numero di posti letto complessivamente a disposizione della clientela è tuttavia molto più ampio se si considerano anche quelli offerti dai privati, sui quali non esistono dati esaustivi, anche per via dell’assenza di obblighi di registrazione omogenei sull’intero territorio nazionale. Nel tempo si osservano due chiare tendenze nella struttura dei servizi di alloggio: da un lato il continuo aumento dei posti letto in strutture ricettive diverse dall’albergo, dapprima sostenuto dalla diffusione di agriturismi e bed & breakfast, poi dal fenomeno della sharing economy e dei canali di intermediazione online, che hanno favorito l’ulteriore espansione dei B&B e l’offerta di alloggi privati”.
Eppure sono stati in tanti a ritrovarsi in piazza ad Amalfi e Sorrento (senza dimenticare Capri e Ischia il 10 aprile scorso) al grido di “nessuno resti indietro” e “a morire sia il COVID, non il lavoro”, con un’ulteriore manifestazione organizzata proprio il 1° maggio, che ha visto protagonista Pompei, oltre a Roma e Firenze.
Agostino Ingenito, presidente ABBAC: “Preoccupati dalla narrazione COVID free dei Paesi esteri”
Ad animare la protesta c’erano diverse associazioni di settore; tra le promotrici della manifestazione, l’ABBAC (Associazione Bed & Breakfast e Affittacamere della Campania). Abbiamo raggiunto telefonicamente il presidente Agostino Ingenito e gli abbiamo chiesto qual è la situazione attuale del turismo e dei lavoratori stagionali in Costiera.
“Gli ex lavoratori stagionali non avranno la possibilità di essere inseriti in organici di aziende turistiche a causa della mancata capacità organizzativa e della difficoltà di programmare la stagione turistica nell’ottica delle riaperture. Al di là del decreto del Governo Draghi, ci preoccupa la vicenda COVID free, che è una narrazione per molti Paesi esteri che in realtà ha incentivato tour operator e compagnie low cost a organizzare altrove: Grecia e Baleari per esempio. Non è vero che tutte queste Isole sono attualmente vaccinate, si tratta di una narrazione, solo che c’è stato troppo spesso un mancato coordinamento a livello nazionale di marketing promozionale. Siamo preoccupati anche dal fatto che il teorema sulla precauzione, accompagnato dalle dichiarazioni del Presidente del Consiglio sul ‘rischio calcolato’, non venga poi seguito dal Ministro del turismo per rilanciare le riaperture, proprio seguendo la linea del rischio calcolato.”
“Il problema è dato dal fatto che il turismo di prossimità da solo non può bastare per salvare la stagione: fra l’altro, molti che lavorano in outgoing stanno cominciando a vendere pacchetti esteri, e non è vero che ci sia tutta questa volontà da parte delle agenzie di lavorare per il territorio italiano. Noi viviamo con affanno il fatto che mancano i turisti stranieri, perché in Costiera Amalfitana e in quella Sorrentina la parte del leone l’ha sempre fatta la clientela straniera.”
Il rischio per i lavoratori stagionali che ci sia poca offerta di lavoro e molta domanda in un momento di crisi del settore, con il rischio che arrivino anche offerte al ribasso per gli stessi stagionali.
“La contrattualistica è un punto nevralgico: già prima della pandemia i contratti adoperati e l’organizzazione del lavoro lasciavano molto a desiderare con tipologie per certi versi fantasiose che puntavano sempre al ribasso. Con questa pandemia il rischio sostanziale è che molti non riaprano le strutture, o che se le dovessero riaprire svolgano un’attività propria senza aver bisogno di personale; se ne dovessero aver bisogno vorranno utilizzare contratti quanto più ridotti possibile, che nulla hanno a che vedere con l’attività turistica. Noi rivendichiamo misure adeguate alla situazione attuale, e non la riproposizione fattuale di un modello degli anni precedenti, che soprattutto in questo momento non può essere applicato.”
Per effetto di molte micro realtà che sono nate in Costiera Amalfitana – B&B, affittacamere etc. – ci sono state cessazioni delle attività vista la situazione?
“Posso rispondere da un punto di vista tecnico: molti hanno sospeso le proprie SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività, N.d.R.) per ridurre i tributi, ma sono pochi quelli che hanno cessato la SCIA, anche perché in queste realtà territoriali ottenerne una non sempre è facile, tenendo conto anche delle difficoltà urbanistiche. Di cessioni ce ne sono state poche, con riferimento ovviamente a strutture extra alberghiere.”
Stagionali della Costiera, ristori in ritardo e contratti al ribasso
Ma chi sono i lavoratori del comparto, chi ha animato le proteste di questi giorni in Costiera Amalfitana? Chi vive e lavora sul territorio da anni ha visto cambiare non solo il settore turistico, ma anche le leggi sul lavoro.
“Nel 2015 il Governo Renzi con il Jobs Act ha modificato i criteri di calcolo della disoccupazione degli stagionali facendoci passare alla NASPI, che in realtà ti dà disoccupazione solo per la metà dei mesi lavorati. E dopo vent’anni di lavoro stagionale quest’anno non sono certa di riuscire a ricominciare a lavorare.”
A parlare è Milena. Tra i numerosi lavoratori stagionali che hanno partecipato alle diverse manifestazioni c’era anche lei: ha 45 anni, diploma conseguito all’Istituto tecnico per il Turismo, ad Amalfi da sempre uno tra i più frequentati tra i giovani della Costiera Amalfitana. Da più di vent’anni Milena lavora nell’ambito turistico in ottica stagionale, presso un’agenzia specializzata in affitto di case vacanza e servizi turistici legati all’incoming.
Milena ha preso parte sia alle manifestazioni dello scorso 10 aprile ad Amalfi sia a quella del 1° maggio dei lavoratori stagionali della Costiera Amalfitana a Pompei. Con loro c’erano anche le guide e gli accompagnatori turistici, simbolo di come turismo e cultura non possano fare a meno l’uno dell’altra.
“Per noi lavoratori stagionali c’è stato, oltre il danno, anche la beffa: con il Cura Italia i bonus non sono mai arrivati, perché secondo le circolari Inps molti di noi non avevano il codice Ateco idoneo per aver diritto al ristoro. Per esempio io lavoravo per un’agenzia il cui codice Ateco era relativo al commercio, quindi sono stata esclusa dai ristori in un primo momento, prima che si decidesse di estendere la platea dei beneficiari anche ai lavoratori somministrati.”
“Ancora: sui contratti di lavoro che vai a firmare devi avere la S di stagionale quando vieni assunto da un’azienda per essere considerato come tale e avere diritto agli aiuti. Se invece vieni regolarizzato come lavoratore a tempo determinato, a scadenza di contratto, cessa regolarmente il rapporto di lavoro. Il mio timore è che i lavoratori stagionali non siano tutelati: molti di noi vogliono lavorare, ma le offerte di lavoro sono poche e si corre seriamente il rischio che ci arrivino solo offerte al ribasso. Saranno ancora una volta le donne a pagare il prezzo più alto da questa crisi, specialmente le over 50.”
Gli stagionali in protesta rifiutano i sindacati: “Non ci vedono come loro rappresentanti”
L’attività lavorativa in Costiera Amalfitana, legata da sempre ai flussi turistici, si è rallentata se non addirittura fermata in questo ultimo periodo. Dove non arriva il COVID-19 si sono aggiunte le calamità naturali: come la frana che ha colpito Amalfi e la strada statale amalfitana 163 lo scorso mese di febbraio, che per fortuna ha riaperto lo scorso 24 aprile alla presenza di Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania.
In quel frangente De Luca è stato accolto non solo dagli applausi, ma anche dalle proteste degli albergatori e dei lavoratori stagionali della Costiera. Nei volantini delle proteste dei lavoratori stagionali, tuttavia, non c’è la presenza dei sindacati di categoria della CGIL, CISL e UIL.
Luana di Tuoro è segretaria generale della FILCAMS CGIL della Campania, la categoria sindacale che rappresenta anche le lavoratrici e i lavoratori del comparto turistico. Raggiunta da SenzaFiltro, dichiara: “Gli stagionali non ci vedono come loro rappresentanti. Abbiamo cercato di fargli comprendere come la nostra attività sindacale – anche con l’aiuto dei nostri delegati sindacali presso importanti strutture alberghiere della Costiera – si rivolga anche a chi lavorava in piccole realtà alberghiere con tipologie contrattuali molto diverse le une dalle altre.”
“I dati veri sulla situazione occupazionale del settore turistico in Costiera sono difficili da ottenere. Per questo la battaglia sul turismo per questi lavoratori deve essere fatta pensando a loro: non più come stagionali, ma come lavoratori intermittenti. Siamo un Paese che deve imparare a investire sul turismo, ma spesso siamo fuori dalle discussioni istituzionali perché non siamo rappresentati, dato che è diventato un settore ancora più frammentato rispetto al passato. È un settore, quello legato al turismo e alla cultura, che deve diventare strategico, non essere lasciato al caso.”
Le tenui speranze di ripartenza della Costiera Amalfitana
Nel PNRR si parla anche di turismo, ma non basta parlarne al futuro. Occorre agire da subito. Il settore è vitale per il Paese, ma in primis per chi da quel comparto ci vive e ci lavora.
Intanto il presidente Draghi, durante la conferenza stampa di chiusura del G20 dedicata al settore delle vacanze, ha esortato i turisti stranieri a prenotare le ferie nel nostro Paese. Ha introdotto un pass verde nazionale che entrerà in vigore a partire dal 15 maggio, in attesa che parta il Green pass europeo dalla seconda metà di giugno.
Lo stesso presidente della Campania, Vincenzo de Luca, per Sorrento e Amalfi (dopo Capri e Procida che saranno seguite da Ischia a stretto giro) è pronto ad annunciare anche la Costiera COVID free.
Intanto diverse associazioni del comparto del turismo, insieme alle ASL territoriali, hanno annunciato negli scorsi giorni l’inizio della campagna vaccinale per gli operatori del turismo disponibili a sottoporsi in maniera volontaria alla somministrazione.
È tempo che anche la Costiera Amalfitana ricominci ad accogliere turisti nazionali e internazionali, facendosi trovare pronta all’appuntamento.
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