Partiamo dal presupposto che Carlo Bonomi non ha un’impresa, intesa in senso tradizionale, di uno che la mattina si reca in un posto fisico.
La “non più sua” Synopo è una società che commercializza (non produce nulla) forniture biomedicali, con meno di 15 dipendenti (qualcuno dice otto), e Bonomi non ricopre alcun ruolo operativo. Un sistema che qualcuno ha definito di “scatole cinesi” in cui Synopo ha venduto a Sidam, di cui Bonomi è socio con una quota intorno al 4% tramite la Marsupium S.R.L., di cui Bonomi è (manco a dirlo) presidente con il 40% del capitale tramite un’altra società, la Ocean S.R.L. Della Ocean, Bonomi è ancora una volta presidente con un terzo del capitale.
La restante quota di maggioranza di Sidam è stata venduta a settembre 2020 al fondo Mandarin Capital di quell’Alberto Forchielli spesso imitato da Crozza, a cui piace apparire in boxer e giacca nera sui bordi delle piscine o stravaccato su un divano a rilasciare interviste in qualità di “esperto di mercati cinesi”. Esperto che ha patteggiato un’ingente somma in seguito ad accusa di evasione fiscale.
New Horizon, Medtech, BtC Medical Europe e infine Emotec (indovinate chi è il presidente?) sono altre scatole in cui Bonomi travasa perdite ed estrae utili, di cui se volete sapere di più c’è un ottimo lavoro di dettaglio della giornalista Giovanna Faggionato per il quotidiano Domani.
In pratica, il presidente degli industriali decide vita, morte e miracoli delle industrie, influenza la politica del nostro Paese, impone la presenza dell’Associazione ai tavoli di lavoro nell’epoca della più grande crisi aziendale degli ultimi anni (come se non fosse bastata la disattenzione e la scarsa capacità degli ultimi governi), senza avere mai avuto un ruolo operativo.
Confindustria avrebbe potuto dimostrare un po’ di rispetto nei confronti dei “past president” degli ultimi anni, che sebbene inquisiti (Marcegaglia) o bancarottieri (Boccia), potevano quantomeno dimostrare di avercela, un’industria. Almeno per continuità col passato, di cui Confindustria è una fan accanita (del passato, non certo della continuità).