Scuola, FFP2 gratuite: il generale Figliuolo le promette il 10 gennaio ma le ordina l’11

Le mascherine FFP2, necessarie alla ripresa della scuola in presenza, ancora latitano: il commissario speciale le garantisce ma si muove in ritardo. Il presidente dell’Associazione Presidi Giannelli: “Ancora silenzio alla nostra richiesta di mascherine gratuite, ripartenza scolastica basata su dati vecchi 10 giorni”.

Dovevano arrivare il 10 gennaio, ma nella maggior parte delle scuole non ce n’è ancora traccia. Sono le mascherine FFP2, la cui consegna era stata annunciata come imminente dalla struttura del generale Figliuolo. Finora però nella maggior parte delle scuole non se ne sono viste; così alcuni istituti hanno fatto ricorso ai fondi che sono stati accantonati per acquistarle. Altri hanno detto in modo chiaro che i docenti se le devono comprare.

Come spesso accade ci si arrangia come si riesce, tra code in farmacia e super pacchi acquistati online, con il rischio che arrivino con giorni di ritardo. In media ce ne vogliono circa quattro. Nei primi giorni i presidi si sono affrettati a recuperarle nelle farmacie della zona, ma non tutti hanno voluto o sono riusciti a farlo. «Per fortuna ho una cugina farmacista» ironizza un insegnante di Codogno, che lavora proprio dove si è registrato il primo caso di COVID-19 in Italia, quello del cosiddetto paziente zero. Ma la questione va ben oltre l’ironia.

Il presidente dell’associazione nazionale presidi Antonello Giannelli ha sollecitato ancora il governo, chiedendo la distribuzione gratuita di mascherine a studenti e professori, visto che andavano richieste entro il 4 gennaio, come spiegato in una circolare mandata a tutte le scuole. L’obiettivo era stimarne il fabbisogno.

«I presidi – dice Giannelli – possono supplire temporaneamente comprandole con i fondi a loro disposizione, ma andare avanti per mesi è un’altra questione». In un primo tempo il sottosegretario Barbara Floridia aveva parlato di mascherine per tutti gli studenti, ma poi ha spiegato che arriveranno solo agli studenti in autosorveglianza.

Chi deve indossare le mascherine FFP2 nelle scuole

Con una lettera inviata ai dirigenti scolastici il 4 gennaio il ministero dell’Istruzione chiedeva di segnalare il quantitativo di mascherine FFP2 necessario in base ai criteri stabiliti dal governo. Le mascherine erano da destinarsi «al personale preposto alle attività scolastiche e didattiche nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole di ogni ordine e grado, dove sono presenti bambini e alunni esonerati dall’utilizzo di protezione nelle vie respiratorie».

Ma non è l’unico caso nel quale il docente è sottoposto all’utilizzo della mascherina FFP2. Qualora in una classe si registri un caso positivo, tutti gli alunni sono tenuti a utilizzare il tipo di mascherina ritenuto più sicuro e allo stesso tempo a controllare di non avere sintomi di COVID-19. Lo stesso vale per i docenti.

Secondo i dati del ministero della Salute, al 19 gennaio il 93,4% delle classi erano in presenza. Di questi il 13,1% con attività integrata per singoli. Significa che circa 950.000 ragazzi in Italia devono usare le FFP2, ma anche i loro professori si devono dotare di questo DPI, che dovrebbe essere fornito dallo Stato. Le classi totalmente a distanza, invece, sono il 6,6%.

Al momento, secondo le cifre fornite da un’inchiesta de Il Fatto Quotidiano, le mascherine sono arrivate in 2.140 istituti italiani. Gli altri continuano a comprarsele. Anche perché i dispositivi di protezione che erano stati messi a disposizione dal ministero a inizio pandemia giacciono negli scatoloni. Furono ribattezzate le “mutande” da molti studenti, avevano un odore sgradevole e alcune partite risultarono inutilizzabili. I COBAS già l’anno scorso denunciarono il fatto che il 70% delle mascherine non risultava a norma e da quel momento le forniture acquistate dal governo rimasero lettera morta.

«Nessuno le vuole utilizzare – dice Giannelli – e nelle scuole sono rimasti gli scatoloni pieni». La conferma arriva anche da diversi presidi contattati da SenzaFiltro, che spiegano come gli alunni si siano quasi sempre rifiutati, così come molti docenti, lamentandone spesso la scomodità.

FFP2, ritardi e prezzi calmierati solo a parole: arrivo previsto il 10, ma Figliuolo le acquista l’11

La struttura commissariale ha raggiunto un accordo con le farmacie per i prezzi calmierati, che riguarda tutta la popolazione. Al massimo potranno costare 0,75 euro, anche se manca l’ordinanza che rende l’accordo vincolante, come era stato fatto da Arcuri. Al punto che alcune farmacie hanno deciso di non aderirvi e di venderle a prezzi più alti. Nel web, invece, se ne possono trovare sia a prezzi molto alti che a cifre ben al di sotto dei 0,75 euro, con una consegna nel giro di quattro giorni.

Insomma basta organizzarsi, anche perché nella maggior parte degli istituti scolastici sono in pochi a credere che le mascherine del Governo arriveranno a breve. E basta aspettare, perché nel frattempo la struttura commissariale si è attivata per l’acquisto di 60 milioni di mascherine FFP2, attraverso un’indagine di mercato sugli appositi portali degli acquisti, che porta la data dell’11 gennaio, cioè il giorno dopo quello previsto per l’arrivo dei dispositivi.

Vincerà la società che offrirà lo sconto maggiore sul prezzo di ogni singola mascherina, quantificato in 0,50 euro, per un appalto dal valore complessivo di 30 milioni di euro. Un quantitativo notevole da produrre in poco tempo, anche se nel bando di gara e nel contratto che si dovrà sottoscrivere sono specificati i tempi di consegna: entro il 31 gennaio la quantità necessaria è di 12 milioni di mascherine. Il secondo lotto, con le stesse quantità, andrà consegnato entro il 7 febbraio, e le altre scadenze sono il 14, il 21 e il 28 febbraio.

Associazione Presidi: «Il rientro a scuola andava posticipato: è basato su dati vecchi di almeno 10 giorni»

Insomma, per la fine del prossimo mese i professori e gli alunni italiani dovrebbero avere le loro mascherine, per un totale di 60 milioni. Alcuni di loro le indosseranno nell’ultimo mese prima che finisca lo stato di emergenza al 31 marzo. Intanto le scuole più generose attingeranno ai loro fondi, le altre chiederanno uno sforzo ai docenti e al personale ATA, in barba alla legge che prevede che i datori di lavoro – in questo caso il Miur – debbano provvedere alla salute dei loro dipendenti.

Intanto l’Associazione Presidi prova ad alzare il tiro: «Non abbiamo ancora ricevuto nessuna novità sulle mascherine FFP2», dice Giannelli, «non è cambiato nulla. Silenzio sulla nostra richiesta di distribuzione gratuita a studenti e professori, fatta quando abbiamo anche domandato la posticipazione del rientro in presenza».

La posticipazione del rientro è l’altro punto che crea discordia tra Governo e presidi. I dati forniti il 19 gennaio, secondo l’Associazione Presidi, risalgono ad almeno dieci giorni prima, quindi non sarebbero aggiornati in tempo reale. Il sospetto è che gli studenti in DaD siano molti di più di quanti dica il ministero, e di conseguenza si rende ancora più necessaria la consegna di mascherine di protezione FFP2, che ad alcuni dipendenti dello Stato, ad esempio i poliziotti, sono già arrivate. Sempre che non cambino ancora i criteri di valutazione dei positivi, come in questi giorni stanno chiedendo molte Regioni, per evitare il collasso del sistema dei tamponi e la complicazione della gestione della pandemia da parte delle scuole stesse.


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Photo credits: ith24.it

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