
In tutta Italia si rincorrono testimonianze di diritti all’inclusione disattesi e di educatori lasciati nel limbo, a discapito dei bambini con disabilità e bisogni educativi speciali. Ne abbiamo raccolte alcune.
Non chiamiamola disabilità per semplificare, non facciamo gli ipocriti, non fermiamoci alle parole. Il fondo è ben più ruvido della superficie tirata a lucido da chi strumentalizza il tema. La parola da usare è inclusione, con tutti i paradossi che si porta dietro: in Italia si include ancora poco, si include ancora male, si fa […]
Non chiamiamola disabilità per semplificare, non facciamo gli ipocriti, non fermiamoci alle parole.
Il fondo è ben più ruvido della superficie tirata a lucido da chi strumentalizza il tema.
La parola da usare è inclusione, con tutti i paradossi che si porta dietro: in Italia si include ancora poco, si include ancora male, si fa ancora troppo marketing di facciata.
Fortunatamente, però, ci sono buone strade già aperte dalla politica migliore e dal management più maturo: ripartiamo da lì.
Retribuzione disabili: chi li paga e quanto guadagnano? – di Lara Mariani;
La sfida di Alberto Balestrazzi, Auticon: autismo, informatica e carriera – di Lara Mariani;
Inclusione lavorativa, la denuncia di Ledha: “Non basta assumere un disabile, serve inserirlo davvero” – di Sara Bellingeri;
Marco Lombardo, Comune di bologna: “Il disabile non è un giocattolo rotto” – di Lara Mariani;
Disabilità e occupazione: “Emilia-Romagna e Lombardia non assumono tutti i disabili che potrebbero” – di Sara Bellingeri;
Studenti disabili, l’inclusione che esclude – di Michela Danieli;
Soffriamo di abilismo e non lo sappiamo. Chiedetelo alle Witty Wheels – di Asmae Dachan;
Manca in Italia il conduttore educativo. Spunti dal coronavirus per professionisti della disabilità – di Michela Danieli;
Dal Festival di Sanremo al Coronavirus: l’informazione negata alle persone sorde – di Lara Mariani.
In tutta Italia si rincorrono testimonianze di diritti all’inclusione disattesi e di educatori lasciati nel limbo, a discapito dei bambini con disabilità e bisogni educativi speciali. Ne abbiamo raccolte alcune.
Il lockdown ha cambiato il modo in cui le aziende trattano le questioni di genere. forse. Cosa succede quando quel tipo di formazione viene svolta da un uomo?
La discriminazione salariale di genere in Italia: le donne sono in media più formate degli uomini, ma accedono al lavoro con più difficoltà e guadagnano in media 3.000 euro all’anno in meno. Il fenomeno analizzato dati alla mano.